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IN SINTESI: ORIENTAMENTO - SUCCESSIONE - SCORRIMENTO Gli studi e l’attività dell’insegnante, logopedista ed ortofrenica Maria Silvia Rapizza già dai primi anni ’50 riprendono ed elaborano inizialmente la teoria stadiale di Piaget con l’ausilio di apporti medico-pedagogici riferibili anche agli studi di Sèguin, Decroly, Dewey, Doman, Delacato e Montessori, studi successivamente integrati dalla ricerca di altri studiosi tra cui Cannao, Moretti, Bollea, Vayer e dallo studio del metodo spazio-temporale di Ida Terzi.
La sperimentazione della pedagogista, fondata sulla continua formulazione di ipotesi e verifiche, si avvale inoltre dei vantaggi offerti dalla psicomotricità, dalla musicoterapia, dall’arteterapia, come elementi di coinvolgimento non riduttivo, secondo l’antico adagio cinese che Ella amava ricordare: “Se mi dici dimentico, se mi fai veder ricordo, se mi coinvolgi capisco”. Il metodo Rapizza lavora dunque sul fare esperienza di letto-scrittura e del far di conto, secondo un piano operativo di didattica differenziata utile all’ acquisizione dei necessari prerequisiti, sia fisici che mentali, a partire dall’uso del corpo, del movimento, della manipolazione di oggetti di colori e di suoni, per realizzare le opportune risposte ai bisogni specifici riferibili ad un vasta e diversa gamma di problematiche psico-intellettuali sia in soggetti normodotati che svantaggiati. Il metodo dunque congloba esperienza corporea, oggettiva ed attività psichica, poiché la capacità cerebrale di agire è presupposto indispensabile alla capacità di comprendere, quindi una necessaria attività corporea, intesa come strumento di percezione della realtà, dell’orientamento, della costruzione e controllo delle esperienze, favorisce il processo cognitivo. Si tratta quindi di realizzare una costante interazione tra sensorialità propriocettiva ed esterocettiva per la stimolazione dei nuclei nervosi centrali. Il nesso causale tra corporeità guidata (tracce motorie) e attivazione dei processi mentali elaborati, fissati e utilizzati poi dalla corteccia cerebrale, è l’elemento chiave per realizzare l’apprendimento, inteso come esperienza corporea convertita in “traccia mnestica”. Quest’ultima, vissuta con tutto il corpo e i suoi organi di senso attivati nel tempo e nello spazio, viene poi rappresentata dalla mente non per induzione di automatismi ma per acquisizione di attitudini generali all’apprendimento proprie della persona vista nella sua interezza e totalità. Il metodo Rapizza adopera quindi la memoria motoria quale fondamento su cui costruire la rappresentazione mentale astratta, in un processo di rievocazione che parte sicuramente dall’esperienza concreta. |
